LE TEKTITI Il nome deriva dal greco "tektos" che vuol dire fuso Si tratta di corpi vetrosi dalle dimensioni che possono variare da alcuni decimetri ad assai meno d' un millimetro nel caso delle microtektiti. Sono state usate per ricavarne arnesi, sin da tempi preistorici. Il primo studio scientifico è stato condotto nel 1844 da Charles Darwin il quale suppose si trattasse di vetro vulcanico. Per vari motivi quest' idea è stata poi abbandonata e d'allora un gran numero di ricercatori hanno dedicato anni di studi per cercare di svelare il mistero dell'origine delle tektiti. Tra le varie ipotesi, spicca quella di una loro possibile origine lunare. Altre idee più fantasiose legano l'origine di questi strani corpi alla distruzione in atmosfera di astronavi aliene. Attualmente si può affermare con quasi assoluta certezza che l'origine delle tektiti è dovuta all'impatto sulla Terra di grossi meteoroidi. |
Un esempio può essere quello delle tektiti denominate Moldaviti, il nome trae origine dalla località di ritrovamento situata nei pressi del fiume Moldava, nella Repubblica Ceca. L'età di queste tektiti è di 15 milioni d'anni, uguale a quella della formazione del cratere Ries, che si trova in Germania a nord di Augusta. Anche dal punto di vista chimico sono state riscontrate analogie tra le rocce costituenti il cratere ed elementi riscontrati nelle moldaviti Nella foto alcune moldaviti -collezione M. Eltri- |
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Le tektiti si trovano in determinate zone del nostro pianeta note come "AREE DI DISPERSIONE". Nella cartina sono riportate le cinque maggiori aree di dispersione, che sono: 1) Nordamericana, 2) della Costa D'Avorio, 3) Cecoslovacca, 4) del Deserto Libico, 5) Australiasiatica. |
AREA DI DISPERSIONE |
NOME DELLE TEKTITI |
LOCALITA' |
ETA' (milioni d'anni) |
Nordamericana |
Bediasiti |
Texas |
35 |
= |
Georgianiti |
Georgia |
= |
Della Costa D'avorio |
|
|
1 |
Cecoslovacca |
Moldaviti |
Moldava (fiume) |
15 |
= |
Netolici |
Bohemia |
= |
= |
Vltaviniti |
Moravia |
= |
Del deserto libico |
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35 |
Australiasiatica |
Australiti |
Australia |
0,750 |
= |
Billitoniti |
Billiton |
= |
= |
Indociniti |
Indocina |
= |
= |
Indomalinesiti |
Malesia |
= |
= |
Javaniti |
Java |
= |
= |
Muong-Nong |
S.E.Asia |
= |
= |
Filippiniti |
Filippine |
= |
= |
Rizaliti |
Filippine |
= |
= |
Thailanditi |
Thailandia |
= |
Non di tutti i campi di dispersione è stato possibile identificare le tracce dell'impatto che ha dato origine alla formazione delle rispettive tektiti. L'esempio più rilevante ed anche il più enigmatico è rappresentato dal campo di dispersione australiasiatico. Esso occupa una porzione enorme della superficie terrestre e pur essendo in termini geologici, recentissimo, non è stato trovato alcun cratere al quale associare l'enorme diffusione di tektiti. Ciò che si può costatare osservando questi vetri è la loro morfologia: molti ad esempio sono di forma allungata, a manubrio e a goccia. Queste tre forme derivano dalla rapida rotazione durante il loro volo in atmosfera mentre si stavano raffreddando. Come si può vedere nella foto qui sotto, la forma allungata si ottiene dalla rapida rotazione di un oggetto non sferico. Se il processo di raffreddamento non è ancora ultimato, proseguendo nella rotazione, si evidenzierà una forma ad otto e poi avverrà il distacco delle due estremità, dando luogo a due esemplari a forma di goccia. |
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Molti ricercatori sono concordi nell'affermare che il probabile impatto (o impatti) che ha dato luogo alle tektiti dell'area australiasiatica, sia avvenuto in una zona in prossimità dei confini tra la Cambogia, il Laos e la Thailandia. Perciò le tektiti che si trovano in Australia disterebbero circa 6000 km dal luogo dell'impatto. L'enorme distanza sarebbe stata percorsa probabilmente da quelle tektiti, che, grazie alla grandissima energia generatasi, furono scagliate via con sufficiente velocità da far loro percorrere traiettorie suborbitali. Di fatto certe australiti presentano segni molto evidenti di fusione o per meglio dire rifusione, dovuti all'attrito atmosferico, probabilmente avvenuto durante la fase di attraversamento dell'atmosfera prima della caduta a terra. |
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La forma conica di questa australite è dovuta all'ablazione subìta durante l'attraversamento dell'atmosfera prima della caduta. La parte arrotondata, dove è scritto il numero di catalogo dell'esemplare, rappresenta la superficie frontale della tektite |
Da studi condotti sulla distribuzione delle tektiti e microtektiti dell'area australiasiatica, si stima che l'energia liberata dall'impatto deve essere stata tale da poter formare un cratere di circa 100 o 110 km di diametro. Un tale evento deve aver generato la completa devastazione su una parte considerevole della superficie del nostro pianeta, portando anche l'estinzione di specie animali e alla decimazione di ominidi del primo Pleistocene, e anche una instabilità climatologica in scala globale negli anni successivi. Sicuramente si deve essere trattato dell' impatto più catastrofico verificatosi durante il periodo evolutivo del genere umano. |
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A lato, alcuni esemplari di vetro libico. Queste tektiti sono state usate anche come gioielli. Una di queste pietre ben lavorata è stata trovata incastonata nel pettorale del faraone Tutankhamon |