DALLA MATERIA INTERPLANETARIA ALLE METEORITI

Sino alla fine del diciottesimo secolo era ancora diffusa l'idea che lo spazio esistente tra i corpi celesti dovesse essere assolutamente vuoto, o per meglio dire puro e incontaminato. Addirittura anche nei primi decenni dell'ottocento c'era chi sosteneva ancora tale pregiudizio.

Oggi ben si sa che lo spazio non è vuoto, in particolare lo spazio interplanetario che è quello che a noi più interessa e che ospita una gran quantità di corpi e corpuscoli. Ognuno di noi può rendersi conto di questo osservando almeno per qualche decina di minuti la volta stellata, in una notte senza Luna e possibilmente lontano dalle luci cittadine. In tali condizioni sarà possibile assistere facilmente all'apparizione di una stella cadente all'incirca ogni dieci/venti minuti.

Il fenomeno delle stelle cadenti, o usando una terminologia più corretta, delle meteore, era conosciuto sin dai tempi più antichi come legato all'atmosfera terrestre, ma oggi sappiamo che la sua origine è dovuta all'impatto ad altissima velocità, sull'atmosfera del nostro pianeta, di corpi provenienti dallo spazio interplanetario.

Gli impatti avvengono a velocità variabili tra un minimo di 11,2 km/s e un massimo di circa 72 km/s. A tali velocità l'energia cinetica è tanto grande che anche un corpuscolo di qualche millesimo di grammo può dar luogo a una stella cadente osservabile ad occhio nudo. Ciò è veramente eccezionale se si pensa che il fenomeno si origina ad un' altezza di circa 100 km e termina mediamente a dieci o venti chilometri più in basso.

Può essere sufficiente un pezzetto di roccia di pochi grammi per dar luogo ad una meteora della stessa luminosità di Sirio, che è la stella più luminosa del cielo. La luminosità della meteora è dovuta alla scia di gas ionizzato che si origina dall'impatto violento del meteoroide con le particelle atmosferiche e la luce viene emanata per la "ricomposizione" quasi istantanea dei singoli atomi del gas.

Le meteore costituiscono un fenomeno locale, infatti quelle che ad esempio si vedono a Milano non sono viste a Roma e viceversa, perciò possiamo intuire quanto grande sia il numero di corpuscoli che ogni giorno vengono intercettati dall'intera atmosfera terrestre.

Considerando anche le particelle più piccole, che non danno luogo ad alcun fenomeno visibile, la massa complessiva che giornalmente entra nella nostra atmosfera ammonta a oltre 100 tonnellate.

I corpi rocciosi che popolano lo spazio interplanetario sono gli asteroidi e le comete ed una moltitudine di meteoroidi derivanti dalla disgregazione di questi corpi, nonchè occasionali frammenti derivanti da rocce espulse a causa di violenti impatti dalla superficie di pianeti o dei loro satelliti. Tale è la natura dei corpi che possono impattarsi con la nostra atmosfera.

Comete

Sono corpi composti di roccia e gas che possono misurare da alcune centinaia di metri ad alcune decine di chilometri. I gas generalmente si trovano allo stato solido, visto che la quasi tutte le comete trascorrono gran parte della propria esistenza in zone molto lontane dal Sole, dove le temperature sono estremamente basse. Soltanto nel caso di passaggi più ravvicinati al Sole, i gas possono sublimare, andando a formare quelle che sono le caratteristiche più note di questi astri, dapprima la testa e poi la coda.

La testa può in alcuni casi raggiungere e superare il milione di km di diametro, mentre le code in certi casi possono estendersi anche per alcune centinaia di milioni di km.

Le orbite che le comete percorrono sono normalmente delle ellissi molto schiacciate, ciò vuol dire che ci sarà un punto di maggior vicinanza al Sole (perielio), e un punto di maggior distanza (afelio). In vicinanza del Sole la fuoriuscita dei gas fa sì che venga rilasciata dal nucleo solido della cometa una notevole quantità di polveri e di frammenti più o meno grandi. Ad ogni passaggio in vicinanza del Sole le comete perdono una parte, che a volte può essere anche considerevole, della propria massa, per cui quelle che sono passate al perielio diverse volte, possono
Cometa Hale Bopp fotografata il 29 marzo 1997, alle ore19:29 TU. ( ©Foto Maurizio Eltri )

risultare aver disperso lungo l'orbita in modo più o meno uniforme, una notevole quantità di polveri e di frammenti

più o meno grandi.
La Terra rivoluendo attorno al Sole attraversa diverse scie di corpuscoli cometari e quando ciò succede si assiste ad un incremento, che può essere anche notevole, del numero delle meteore.

Esistono numerosi sciami di meteore di origine cometaria attivi durante l'anno. I due più famosi e conosciuti sono quello delle Perseidi , che presentano il massimo d'attività verso il 13 agosto (
VIDEO) e quello delle Geminidi con il massimo verso il 14 dicembre (VIDEO).

Tra le stelle cadenti appartenenti ai sciami cometari può succedere che appaiano anche meteore estremamente luminose, dette bolidi, ma in nessun caso si è mai verificata la caduta a terra di meteoriti. Molto probabilmente non esiste alcuna meteorite d'origine cometaria, data l'estrema fragilità delle rocce che compongono il nucleo delle comete, formate da materiale molto leggero, di densità media molto bassa, costituito probabilmente da rocce porose.

Asteroidi

Sono i progenitori della maggior parte delle meteoriti. Hanno dimensioni che possono variare dai 950 km di Cerere, che è l'asteroide più grande, alle decine di metri che per definizione sono le dimensioni minime di questi corpi celesti.

La maggior parte degli asteroidi descrive orbite comprese tra quelle dei pianeti Marte e Giove, ma ve ne sono alcuni che arrivano molto più vicino al Sole come ad esempio i NEA (Near Earth Asteroid), che si avvicinano all'orbita della Terra o che l'attraversano. Sono meglio noti come asteroidi pericolosi, per via delle gravi conseguenze che si avrebbero in caso di collisione con il nostro pianeta.

Oltre ai veri e propri asteroidi esiste un numero grandissimo di frammenti derivanti dagli urti relativamente frequenti che accadono tra gli stessi asteroidi.

Una parte dei meteoroidi che di continuo colpisce la nostra atmosfera trae origine proprio dalla dsgregazione degli asteroidi. Queste rocce presentano densità assai più elevate rispetto ai meteoroidi d'origine cometaria, tanto che nel caso di un impatto con la nostra atmosfera, nonostante il fortissimo attrito, possono talvolta non disintegrarsi totalmente e dar luogo alla caduta a terra di meteoriti.

Bolidi

Si chiamano così le meteore che presentano una luminosità superiore a quella apparente delle stelle o dei pianeti, a volte con una luce tanto intensa da diventare abbagliante.

I bolidi si distinguono dalle meteore ordinarie anche per altre particolarità, come ad esempio i colori molto accentuati che possono cambiare lungo il tragitto atmosferico, e le frammentazioni che spesso presentano soprattutto verso la fine della traiettoria.

Talvolta dopo il fenomeno luminoso vengono uditi rumori simili a tuoni o esplosioni, che in alcuni casi possono essere d'intensità tale da mandare in frantumi vetri e far vibrare i muri.

Il fenomeno dei bolidi trae origine dallo scontro con la nostra atmosfera, di meteoroidi ben più consistenti di quelli che normalmente danno luogo alle comuni meteore. Questi corpi possono pesare chilogrammi, quintali o addirittura tonnellate.

I bolidi come le normali meteore, iniziano a rendersi visibili ad altezze attorno ai 100 km, però la lunghezza del percorso può essere assai più estesa,

Bolide ripreso il 12 agosto 1998 alle ore 23:50. Il fenomeno fu osservato da migliaia di persone perchè si è verificato durante la notte della massima attività delle Perseidi. ( © foto di Maurizio Eltri ) questo dipende principalmente dalla densità del meteoroide. Se il corpo è sufficientemente denso, può resistere all'attrito e nonostante la continua e rapidissima perdita di massa, può riuscire a addentrarsi parecchio nell'atmosfera.
La velocità si riduce in modo considerevole soprattutto nell'attraversare gli strati atmosferici più densi. Nella quasi totalità dei casi, l'energia cinetica si esaurisce completamente ad altezze comprese tra i 30 e i 15 km dal suolo. A questo punto smette il fenomeno luminoso e gli eventuali frammenti, restanti del meteoroide cadono a terra ormai a velocità molto più bassa, che normalmente si aggira attorno ai 300 km/h.

Ecco ciò che vedrebbe una persona che si venisse a trovare in un'area dove si starebbe per verificare una caduta di meteoriti. Come prima cosa vedrebbe apparire un bolide che aumentando sempre più di luminosità, finirebbe con il disgregarsi in prossimità dello zenit. Il fenomeno luminoso durerebbe soltanto pochi secondi e dopo circa un minuto verrebbe raggiunto dalle onde acustiche, cioè da un rumore che potrà essere simile a quello di un tuono o, come spesso succede, a una raffica di cannonate. Dopo altri tre minuti sentirebbe il sibilo ed il tonfo delle meteoriti cadute eventualmente nelle sue vicinanze.

La superficie frontale dei meteoroidi, che si trovano ad attraversare gli strati più bassi e più densi dell'atmosfera, è sottoposta a pressioni dell'ordine di alcune decine di chilogrammi per centimetro quadrato, a una forza cioè d'intensità tale da frantumare anche una roccia molto resistente.

Per questo motivo, nella parte finale della traiettoria atmosferica, il meteoroide quasi sempre viene frammentato in molte parti ed è raro quindi che si verifichi la caduta di una singola meteorite, anzi normalmente cadono più esemplari che si disperdono in un'area di forma ellittica, che può estendersi per decine di chilometri quadrati.
Normalmente le meteoriti appartenenti ad una caduta vengono trovate disperse in un'area di forma ellittica, chiamata area di dispersione o ellissi di dispersione. L'asse maggiore dell'ellisse, definisce approssimativamente la proiezione a terra della traiettoria del bolide. Perpendicolarmente al punto finale, di solito, vengono trovate le meteoriti di maggiori dimensioni.

Chiunque avesse l'occasione di vedere un bolide comunichi i dati dell'osservazione alla Sezione Meteore dell'Unione Astrofili Italiani: http://meteore.uai.it


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